Cobat TYRE è una società consortile per la raccolta e il riciclo di pneumatici fuori uso (PFU).

Cobat TYRE è una società consortile regolamentata dal Decreto Ministeriale 19 novembre 2019, n. 182, per la raccolta e il riciclo di pneumatici fuori uso (PFU). Cobat TYRE si avvale dell’esperienza trentennale di Cobat nella gestione dei rifiuti. Ai propri Soci, la società consortile mette a disposizione servizi integrati e personalizzati di raccolta, trattamento e avvio al riciclo.

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Mission

La mission di Cobat TYRE è rendere i Produttori e gli Importatori di pneumatici protagonisti dell’economia circolare, trasformando i loro prodotti giunti a fine vita in nuove materie prime. Cobat TYRE è guidato dai valori della trasparenza, dell’efficienza, e della sostenibilità. Tali valori ci consentono di aiutare le Aziende a perseguire uno sviluppo sostenibile che apporti benefici non solo all’ambiente, ma anche all’intero sistema economico nazionale.

Certificazioni

Le certificazioni di Cobat TYRE sono una garanzia di qualità, trasparenza e sostenibilità per tutti i Partner.

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Compilance

Il Consorzio Cobat TYRE si è dotato di una Corporate Governance come sistema di gestione, amministrazione e controllo.

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Pneumatici fuori uso

La gestione degli pneumatici fuori uso (PFU) viene regolamentata per la prima volta in Italia con l’art. 228 del D.Lgs 152/2006 (Testo Unico ambientale), il quale, introducendo il Principio della Responsabilità estesa del Produttore, fa obbligo ai Produttori ed Importatori di pneumatici di provvedere, singolarmente o in forma collettiva, alla gestione di quantitativi di PFU pari al 95% di quelli dai medesimi immessi su mercato nazionale.
Lo strumento finanziario per garantire il funzionamento della filiera è il contributo ambientale, che il Produttore o Importatore applica all’atto della vendita dello pneumatico indicandolo separatamente in fattura in tutte le fasi della sua commercializzazione.

L’attuazione di quanto previsto dall’art. 228 del D.Lgs 152/2006 avviene con l’emanazione del Decreto Ministeriale 11 aprile 2011, n.82, il quale, oltre a disciplinare tempi e modalità di applicazione della norma chiarisce gli adempimenti a carico degli attori della filiera e introduce un regime sanzionatorio nei casi di gravi inadempienze. Esso, inoltre, stabilisce che il quantitativo in peso di PFU da dover raccogliere è pari al 90% del peso degli pneumatici immessi su mercato, di qualsiasi marca ma equivalenti per tipologia (quattro tipologie in funzione del peso: A, B, C e D).
L’ultimo aggiornamento del quadro normativo di riferimento avviene con l’emanazione del Decreto Ministeriale 19 novembre 2019, n. 182.

Il Decreto introduce alcune importanti novità, tra cui maggiori adempimenti rendicontativi e obblighi specifici di raccolta per macroaree a carico dei sistemi di raccolta, il Registro Informatico dei Produttori e Importatori, un quantitativo in peso di PFU da dover raccogliere pari al 95% del peso degli pneumatici immessi su mercato, di qualsiasi marca ma equivalenti per tipologia (tre tipologie in funzione del peso: Piccole, Medie e Grandi).

Anche al PFU si applica il principio della Gerarchia dei Rifiuti, secondo cui la loro gestione debba ricondursi alla seguente scala di priorità:
- Ricostruzione degli pneumatici divenuti rifiuto (preparazione per il riutilizzo)
- Recupero di materia dagli PFU (riciclo)
- Recupero di energia dagli PFU (recupero di altro tipo)

Le operazioni di recupero, pertanto, assumono un’importanza fondamentale.

Come funziona il recupero

Persona fisica o giuridica che, nell’esercizio della sua attività imprenditoriale, genera PFU.
Gergalmente il luogo in cui viene effettivamente prelevato lo pneumatico a fine vita.

Prelievo degli PFU presso i GENERATORI mediante aziende autorizzate ed iscritte all’Albo Gestori ambientali in cat. 4

Una volta eseguita la fase di raccolta, l’operatore logistico, in funzione di criteri di ottimizzazione, può decidere di conferire direttamente presso gli impianti di frantumazione o eseguire una fase di stoccaggio intermedio.

Luoghi autorizzati ad eseguire il processo di recupero degli PFU.

Prima fase del trattamento, utilizzata principalmente per pneumatici di medie e grandi dimensioni, che ha lo scopo di rimuovere l’acciaio armonico presente sulla “spalla” del pneumatico.

Gli PFU vengono inseriti in grandi cesoie rotanti (azione meccanica) che eseguono una prima riduzione volumetrica e producono “ciabattato” di dimensioni pari a 5-40 cm.

Ulteriore frantumazione del «ciabattato», mediante azione fisica e/o meccanica, fino a raggiungere le dimensioni di 10-25 mm. Il materiale prende il nome di “cippato di gomma”.
In questa fase, inoltre, avviene la separazione e recupero di buona parte dell’acciaio armonico.

Il cippato di gomma viene reintrodotto all’interno dei mulini per ridurre nuovamente volume e granulometria. Nascono il granulo e polverino e si recupera la parte residuale dell’acciaio armonico.